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[Come fare il Vino] Guida pratica in 10 passi su Come si fa il Vino

La produzione del vino: dall'Uva al bicchiere di Vino
La produzione del vino: dall'Uva al bicchiere di Vino

Prima di iniziare, un piccolo riepilogo degli argomenti che andremo ad affrontare:
  1. Tipi di vino: Che vino voglio ottenere?
  2. Scegliere l’uva da vino
  3. Resa uva vino: Quanta uva mi serve?
  4. Pigiatura e Diraspatura
  5. Macerazione vino
  6. Fermentazione alcolica del Vino
  7. Svinatura del Vino
  8. Travaso Vino e Maturazione
  9. Imbottigliare il Vino
  10. Come conservare il vino

Una breve premessa

Il vino ha una storia antichissima, frutto di una storia lunga, turbolenta e così antica da confondersi con la storia stessa dell'uomo, che getta le sue radici nella Preistoria! Le società più antiche e le più moderne hanno sempre riservato, e riservano tutt'ora, nelle loro economie e nelle loro culture popolari, una parte importante al vino e ai suoi vigneti, spesso infatti il vino è sinonimo e simbolo di festività e convivialità in tutti i paesi e le civiltà.

Alcune letture suggerite per chi volesse approfondire:


Fare il vino non è un mestiere, ma un’arte! Questo è il pensiero di chi sa come produrre vino. In realtà con un pò di senso pratico, e facendo attenzione a tutti i passaggi fondamentali, fare il vino è una esperienza alla portata di tutti. Nel tempo sono andate affinandosi le diverse tecniche di vinificazione tutt'ora esistenti che sono ormai uno standard: la vinificazione in rosso e in bianco le principali, quest'ultima partendo da uve bianche o anche rosse.

Ma andiamo al dunque: cosa mi serve? Innanzitutto servono idee chiare e tanta tanta pazienza.

Tipi di vino: Che vino voglio ottenere?

In base al tipo di vino che intendiamo ottenere il percorso di produzione può cambiare considerevolmente. Vediamo rapidamente i principali tipi di vino prima di entrare nel dettaglio delle singole fasi di produzione:

Come fare il Vino Rosso

Il vino rosso si ricava principalmente da uve a bacca rossa, a volte con una piccola aggiunta di uve a bacca bianca. Generalmente il procedimento da seguire è nell'ordine:
  1. Diraspatura e pigiatura
  2. Macerazione
  3. Fermentazione alcolica
  4. Svinatura
  5. Travaso e maturazione
  6. Imbottigliamento
E' il procedimento standard nella produzione del vino rosso che è storicamente il vino più apprezzato in italia, anche se negli ultimi anni il consumo di vino bianco e di vino frizzantino sta crescendo notevolmente a discapito di quelli rossi.

Alcuni vini rossi italiani, tra i più famosi:


Vino Rosato, come si fa?

Il vino rosato (altrimenti detto vino rosé) non viene fatto, come pensano alcuni, mescolando parte di vino rosso con vino bianco. Per produrre un vino rosato viene utilizzata la stessa procedura utilizzata per il vino rosso ma con una brevissima fase di macerazione. In questo modo i pigmenti detti “antociani” che sono contenuti nelle bucce vengono rilasciati nel vino in quantità ridotte. Generalmente il procedimento da seguire è quindi nell'ordine:
  1. Diraspatura e pigiatura
  2. Brevissima macerazione
  3. Fermentazione alcolica
  4. Svinatura
  5. Travaso e maturazione
  6. Imbottigliamento
Esattamente come per la vinificazione in rosso, ma con una macerazione molto breve.

Alcuni esempi di vino rosato o rosé:


Come si fa il Vino Novello

Vengono definiti vini novelli quei vini con livelli di tannicità molto bassi e che sono stati prodotti per essere subito pronti da bere, non hanno infatti la struttura necessaria per sostenere un corretto invecchiamento e, per apprezzarne in pieno le qualità, vanno consumati entro la primavera successiva alla loro produzione. Vengono prodotti quasi esclusivamente in rosso, poichè in bianco il risultato è generalmente poco gradevole. E' un vino poco strutturato, con gradazione alcolica più bassa e solitamente possiede intensi profumi fruttati e acidità non elevata.

Da non confondere con "vino nuovo" che è invece il termine utilizzato per indicare un vino che è già stato fermentato e svinato, ma che non ha ancora subito un processo di maturazione.

I vini novelli vengono prodotti con la tecnica della macerazione carbonica che consiste nella pressatura dei grappoli interi, non diraspati, posti a macerare in assenza di ossigeno. Il procedimento per la produzione di un vino novello è quindi:

  1. Macerazione carbonica
  2. Pigiatura
  3. Breve fermentazione alcolica
  4. Svinatura
  5. Imbottigliamento
Il metodo di produzione di un vino novello è profondamente diverso e richiede generalmente meno tempo rispetto ad una vinificazione in rosso classica. Per questo motivo è il metodo migliore per produrre un vino da consumare subito.

Ecco un esempio di vino novello spagnolo:


Come fare il Vino Bianco

Il vino bianco si può ricavare sia da uve a bacca bianca che da uve a bacca rossa (ad esclusione delle varietà con polpa rossa). Nella produzione del vino bianco a partire da uve a bacca rossa si salta necessariamente la fase di macerazione, è proprio in questa fase infatti che le bucce (vinacce) rilascerebbero i pigmenti, detti “antociani”, che darebbero al vino il caratteristico colore rosso. Partendo da uve a bacca bianca invece è possibile anche effettuare la macerazione, il risultato sarà un vino bianco più complesso, con colore intenso e sapore deciso. Generalmente il procedimento da seguire per fare un vino bianco è quindi nell'ordine:
  1. Diraspatura e pigiatura
  2. Svinatura
  3. Fermentazione alcolica
  4. Travaso e maturazione
  5. Imbottigliamento
A differenza della vinificazione in rosso, dovendo saltare la fase di macerazione, viene effettuata la svinatura prima di passare alla fermentazione alcolica e non dopo.

Alcuni vini bianchi, tra i più famosi:


Come fare il Vino Frizzante (Spumante)

Il vino frizzante si ottiene a partire da una classica vinificazione in bianco ma subisce un secondo processo di fermentazione tramite l'aggiunta di particolari lieviti che provocano la cosiddetta "presa di spuma" e la formazione quindi delle bollicine dello spumante. Esistono due metodi per ottenere il vino spumante: il metodo Classico, mediante rifermentazione in bottiglia, e il metodo Martinotti-Charmat, mediante rifermentazione in un grande recipiente chiuso chiamato autoclave.

Alcuni spumanti e prosecchi popolari:


Altre tipologie di vino

Oltre ai vini elencati precedentemente è possibile produrre altre tipologie di vino come ad esempio i vini passiti, fra questi i famosi vini passiti siciliani, prodotti effettuando una vinificazione tardiva di uve fatte appassire sulla pianta o su appositi graticci, oppure il vino liquoroso, al quale viene aggiunto alcol durante la produzione.

Esempi di vino passito e di vino liquoroso, tra i più famosi:


Scegliere l’uva da vino

Per fare un buon vino serve uva di ottima qualità! In base al tipo di vino che hai scelto di produrre dovrai inoltre orientarti sui vitigni e sui tipi di uve da vino più adatti. Spesso i vitigni autoctoni sono i più adatti e desiderati per questo scopo. Ma come mi procuro l'uva?

Le strade principali sono solo due:
  • comprarla da venditori di uva da vino
  • coltivare il tuo vigneto
Analizziamo entrambe le possibilità. Anzi, prima di proseguire, sono sicuro che molti di coloro che non hanno mai effettuato una vinificazione si saranno chiesti almeno una volta nella vita: ma posso fare il vino comprando l'uva da tavola al supermercato? La risposta non è poi cosi scontata.

Posso fare il vino con uva da tavola?

La vinificazione di uva da tavola è vietata, come riportato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 145 del 25-6-2001. Se il tuo vino è però prodotto in quantità limitate e solo per autoconsumo allora la produzione di vino dovrebbe essere tollerata.

La differenze tra l'uva da tavola e quella da vino risiedono principalmente nelle caratteristiche del gusto, nell’acidità e nel grado zuccherino. L'uva da tavola è in genere dolce e ricca di zuccheri naturali, la polpa è molto compatta e la buccia abbastanza sottile, la componente di acidità è limitata. L'uva da vino invece ha di solito una acidità decisamente più elevata, una polpa molto succosa ma meno compatta e una buccia con spessore generalmente maggiore.

In base al tipo di uva utilizzata il risultato potrebbe essere molto diverso ma, in linea di massima, dovrebbe venir fuori un vino dal sapore più dolce, poco acido e certamente poco o per niente strutturato.

Per prendere dimestichezza con il metodo di vinificazione o semplicemente per fare un esperimento in casa puoi quindi provare ad utilizzare anche l'uva da tavola! Se invece sei un amante del vino e vuoi ottenere un risultato di rispetto allora è meglio orientarsi sulle uve da vino, ti daranno sicuramente maggiori soddisfazioni.

Vendita uva da vino

Alcuni produttori sono maggiormente orientati a vendere la loro uva piuttosto che effettuare in proprio la vinificazione. In questi casi puoi attingere alla loro produzione di uva, autoctona o meno, per dedicarti esclusivamente alla vinificazione.

Acquistare l'uva ti da il vantaggio di poter scegliere, tra i tantissimi tipi di uva a disposizione, quella che si avvicina maggiormente ai tuoi gusti personali, inoltre potrai provare a creare il tuo personalissimo blend mettendo insieme uve diverse nella proporzione che sarai tu a scegliere. In questo caso è altamente consigliato non improvvisare e utilizzare come base di partenza i tipi di uva consigliati dal produttore che ti vende l'uva, probabilmente lui stesso avrà già provato e saprà aiutarti per cominciare con il piede giusto.

Non esistono su internet allo stato attuale portali dedicati alla vendita di uva da vino, per trovare un produttore che possa venderti la sua uva quindi dovrai armarti di molta pazienza: prova a cercare tra gli annunci sui principali portali web, nella sezione annunci dei più famosi giornali locali oppure iscriverti ad alcuni gruppi Facebook specializzati e frequentati dai produttori locali.

Hai già cercato ma senza successo? Non demordere, in Italia il vino è considerato prodotto simbolo per tantissimi paesi e paesini sparsi lungo l'intero stivale. Cerca regolarmente le fiere dedicate al vino e ai prodotti della terra locali, in quelle occasioni potrai incontrare e conoscere molti produttori e allevatori locali che sapranno certamente consigliarti per individuare i produttori locali di uva da vino della tua zona. Non avere fretta, la vendemmia si fa solo una volta l'anno quindi hai parecchio tempo per prepararti e trovare i giusti contatti prima che arrivi il momento propizio per acquistare l'uva prescelta per il tuo vino!

Nota: specialmente se non ti affidi a venditori professionali, accertati sempre di comprare l'uva al massimo livello di maturazione, questo ti garantirà il miglior risultato in termini di gusto e sapore; inoltre assicurati che non sia stata trattata con prodotti chimici che finirebbero inevitabilmente nel tuo vino.

Per approfondire le varietà di uva da vino:


Coltivare un vigneto

Se stai coltivando l’uva sul tuo terreno assicurati di effettuare la raccolta nel periodo migliore per il tuo vitigno. Inoltre, durante la raccolta, ricorda di eliminare il più possibile foglie, rami, acini ammuffiti o rovinati e in generale tutto ciò che potrebbe alterare il risultato della pigiatura successiva.

Se vuoi approfondire questa materia, ecco qualche spunto:


Resa uva vino: Quanta uva mi serve?

Una volta scelto il tipo di vino che intendiamo produrre dobbiamo decidere in che quantità produrlo e di conseguenza procurarci la giusta quantità di materia prima, ovvero l'uva da vino. Se invece produci tu stesso l'uva da vino allora potresti chiederti: quanto vino riuscirò a produrre con la mia uva?

I fattori che influenzano la resa dell'uva sono molteplici, alcuni di questi sono la varietà utilizzata che influisce anche sulla dimensione e sul volume dei frutti raccolti, l'età della vite e le condizioni di crescita.

Per non perdersi però troppo in calcoli matematici e varianti possibili, che tutto sommato possono interessare solo a chi produce davvero elevate quantità, possiamo considerare un valore realistico approssimativo di circa il 70%. In buona sostanza, con 100 kg (un quintale) di uva possiamo ottenere circa 70 litri di vino.

Informazioni aggiuntive: Avendo a disposizione un ettaro di vigna, e senza entrare troppo nel dettaglio della varietà, del terreno e della coltivazione, si può produrre una quantità di uva che può andare orientativamente tra gli 80 e i 130 quintali.

Pigiatura e Diraspatura

La Diraspatura è letteralmente la separazione degli acini dell’uva dai raspi (i rametti che tengono insieme gli acini). Vedi definizione su Enciclopedia Treccani.

E’ possibile farla prima, durante oppure dopo la pigiatura. In generale però, se non si vuole ottenere un risultato ben preciso in termini di caratteristiche del vino (solo per professionisti) sarebbe meglio effettuarla prima. Questo perchè i raspi sono ricchi di tannino e, se quest’ultimo non viene controllato a dovere, potrebbero trasmetterne nel mosto una quantità eccessiva, generando un vino troppo aspro.

La pigiatura, banalmente, serve a fare uscire il succo dagli acini. Il prodotto risultante dalla pigiatura viene chiamato "mosto".

Prima della pigiatura ricorda di eliminare il più possibile foglie, rami, acini ammuffiti o rovinati e in generale tutto ciò che potrebbe alterare il risultato della pigiatura.

Per lo stesso motivo entrambe le pratiche (diraspatura e pigiatura) vanno condotte in modo delicato: i vinaccioli (i semi presenti nell’uva) non vanno schiacciati, così come non vanno schiacciati eventuali altri residui presenti nel pigiato. Questo è un errore che spesso viene effettuato da chi fa il vino in maniera superficiale nel tentativo di massimizzare la quantità di mosto risultante e di non sprecare nemmeno un grammo d’uva. Il risultato però potrebbe essere un aumento eccessivo dell’acidità che, insieme ad un aumento della presenza di sostanze amare, porterebbe inevitabilmente ad un vino troppo aspro e amaro.

Le macchine per eseguire queste due operazioni sono di solito miste, permettono infatti di effettuare entrambe le operazioni in sequenza. In alternativa, per avere maggior controllo sull’operato, è possibile utilizzare una diraspatrice per la prima operazione ed una pigiatrice per la seconda.


Nulla vieta di effettuare queste operazioni anche manualmente, specialmente per chi è alle prime armi e intende fare il vino in casa utilizzando una quantità ridotta di uva. In questo caso basta utilizzare un mastello o un altro contenitore in plastica per alimenti, per poi schiacciare l’uva a mano. Il contenitore servirà in ogni caso anche utilizzando una pigiatrice per raccoglierne il prodotto.


In questa fase puoi aggiungere un pò di metabisolfito di sodio o potassio (o trefosolfina), in questo modo puoi prevenire la moltiplicazione di microrganismi non buoni che erano già presenti nell’uva al momento della raccolta. In realtà in questo modo vengono eliminati anche i lieviti selvaggi presenti sulla buccia dell’uva al momento della raccolta ma a questo ovvieremo successivamente utilizzando lieviti selezionati.


Macerazione vino

La macerazione viene impiegata soltanto per la vinificazione delle uve rosse, e si basa sul fatto che le bucce vengono conservate insieme al mosto nel processo di fermentazione. In alcuni casi viene effettuata anche per la vinificazione in bianco, utilizzando uve bianche, per dare al vino maggiore complessità e un sapore più deciso.

La colorazione del vino è infatti generata esclusivamente dalla buccia dell’uva rossa (le bucce contengono i pigmenti detti “antociani” che rilasciati nel vino gli danno il suo caratteristico colore rosso).

Per ottenere vini rosati la macerazione deve essere molto breve (al massimo 24-48 ore), per ottenere invece vini bianchi da uve a bacca rossa è indispensabile non effettuare la macerazione e quindi separare immediatamente le parti solide da quelle liquide (svinatura) prima di passare alla fase di fermentazione alcolica.

Macerazione Carbonica del Vino Novello

Questa tecnica di maturazione viene utilizzata esclusivamente per la produzione "vini novelli", ovvero vini con livelli di tannicità molto bassi e che sono stati prodotti per essere subito pronti da bere. Questi vini non hanno infatti la struttura necessaria per un corretto invecchiamento e, per apprezzarne in pieno le qualità, vanno consumati entro la primavera successiva alla loro produzione. Vengono prodotti quasi esclusivamente in rosso, poichè in bianco il risultato è generalmente poco gradevole.

Questo metodo venne sperimentato negli anni 30 nel Beaujolais, nei pressi di Lione, da un gruppo di ricercatori francesi. A quel tempo si cercava di trovare metodi di vinificazione alternativi al metodo classico ed uno degli esperimenti includeva la conservazione dei grappoli a contatto con l'anidride carbonica. I ricercatori si accorsero che il risultato ottenuto era sicuramente "diverso" ma molto piacevole, per questo motivo vennero effettuate le prime produzioni con questa tecnica. Al giorno d'oggi il vino novello francese più bevuto è il vino Beaujolais Nouveau e prende il nome proprio dalla zona, Beaujolais AOC, dove è stato creato e dove viene tutt'ora prodotto il vino Beaujolais.

La macerazione carbonica consiste nel mettere i grappoli di uva interi, non diraspati, dentro un serbatoio in acciaio inossidabile, chiuso ermeticamente, nel quale viene introdotta anidride carbonica ed eliminata del tutto la presenza di ossigeno. Questa tecnica genera la formazione di sostanze aromatiche e della glicerina, il rilascio dei pigmenti dalla buccia e la distruzione di una parte dell'acido malico, inoltre lo schiacciamento progressivo dell'uva sotto il proprio peso permette una lenta e progressiva fuoriuscita di polpa dagli acini al serbatoio.

L'uva viene quindi lasciata a macerare ermeticamente nel serbatoio per una durata che può variare da 7 a 20 giorni ad una temperatura intorno ai 30 gradi, poi l’ uva va pigiata ed il mosto va avviato alla normale fermentazione alcolica che sarà molto breve e terminerà entro due o tre giorni.


Fermentazione alcolica del Vino

Il mosto ottenuto andrà raccolto in un contenitore adatto alla fermentazione, in alternativa è possibile utilizzare lo stesso contenitore che è stato utilizzato per la pigiatura. In questo caso il mosto va protetto da polvere e insetti ma allo stesso tempo deve poter respirare, per questo motivo puoi utilizzare un telo traspirante oppure un canovaccio sopra l'apertura del contenitore e infine fissarlo con una corda o con uno spago.

Ricorda di non riempire troppo il contenitore (mantieniti a circa ⅔) poiché la fermentazione del vino farà aumentare il livello del liquido che, se eccessivo, potrebbe fuoriuscire. Mantieni coperto il liquido durante il primo processo di fermentazione ma assicura all’ambiente una adeguata ventilazione.


Per fermentare il vino è necessario il lavoro dei lieviti. In passato venivano utilizzata esclusivamente la fermentazione naturale, sfruttando i lieviti presenti sull’uva al momento della raccolta. I lieviti variano molto tra luoghi e terreni diversi e contribuiscono significativamente al risultato finale del vino soprattutto per ciò che concerne i profumi e la struttura finale. Non potendo però prevedere quali lieviti entreranno in gioco nella fermentazione, questa scelta rende il risultato troppo variabile, imprevedibile e adatto solo ai professionisti del cosiddetto “vino naturale”. Inoltre alcuni lieviti naturali risultano non adeguati per la vinificazione in quanto producono alte concentrazioni di acido acetico. Per questi motivi oggi, per la fermentazione del vino, si utilizzano soprattutto lieviti selezionati per questo scopo.

Leggi anche: Quali lieviti scegliere?

Durante la fermentazione è importante mantenere sotto controllo Durata, Temperatura, Densità e Grado alcolico.

La durata della fermentazione alcolica può spaziare in un range che va da 5 a 15 giorni e prevede una fase detta "tumultuosa" poichè durante questo processo il mosto ribolle. I lieviti, infatti, trasformando gli zuccheri contenuti nel mosto in alcol etilico, rilasciano anche sostanze secondarie e anidride carbonica (CO2) che, trovandosi in forma gassosa, fa "ribollire" il mosto. Durante la fermentazione tumultuosa il mosto va rimescolato due volte al giorno dal basso verso l’alto per favorire l'estrazione di colore, tannino ed aromi dalle bucce dell'uva; allo stesso modo per favorire l’areazione e quindi la moltiplicazione dei fermenti alcolici va spezzata la massa compatta (cappello) che si raccoglie alla superficie. Queste operazioni vengono chiamate Follatura e Rimontaggio (vedi definizione su Wikipedia).

La temperatura va misurata quotidianamente, utilizzando un termometro, e mantenuta abbastanza costante in un range compreso tra i 23°C e i 27 °C per i vini rossi e tra i 18°C e i 22°C per i vini bianchi. Mantenendosi a temperature più alte è possibile velocizzare la fermentazione, al contrario le temperature più basse la rallentano. E’ bene però non andare mai sotto i 15°C oppure oltre i 30°C poichè i lieviti potrebbero non sopravvivere ed il processo di fermentazione si interromperebbe.


La densità si misura con un comune densimetro o mostimetro e serve a verificare il buon andamento della fermentazione. Durante la fermentazione infatti la densità diminuisce con il diminuire degli zuccheri presenti nel mosto, inizialmente dovrebbe essere un valore tra 2 e 3, e dovrà raggiungere nelle battute finali un valore compreso tra 0,990 e 0,995. Un valore superiore a 1 indica che sono presenti zuccheri e che la fermentazione non è ancora completata. Se la diminuzione della densità si interrompe prima di raggiungere i valori finali significa che la fermentazione si è interrotta, probabilmente a causa di variazioni di temperatura oltre i limiti tollerabili.


Il grado alcolico può essere misurato con un alcolometro per vino o vinometro. Un buon vino, che sia anche in grado di mantenersi buono nel tempo, dovrebbe avere un grado alcolico intorno a 12. Può però accadere che la quantità di zuccheri presente nell’uva non sia sufficiente a raggiungere un sufficiente livello alcolico, per questo motivo possiamo aggiungere dello zucchero nel mosto in fermentazione. Per ogni grado alcolico da aumentare in 100 litri di vino sono necessari circa 1,7 kg di zucchero. Da notare che la pratica di aggiungere zucchero al mosto in fermentazione è vietata dalla legge in Italia per i vini in commercio (come da art.76 del D.P.R. n. 162 del 12 febbraio 1965) ma è comunque usata dai piccoli produttori che fanno il vino per proprio consumo.


E' solo dopo la fermentazione alcolica che il mosto verrà trasformato e potrà essere chiamato "vino".

Svinatura del Vino

E’ un primo travaso che può essere effettuato prima della fermentazione, nel caso in cui si scelga di fare una breve macerazione o di saltarla del tutto, oppure dopo la fermentazione nel caso tipico dei vini rossi.

La svinatura serve principalmente a separare il vino della sua vinaccia e dalle altre parti solide tramite un tubo flessibile in gomma e un filtro con il quale si trasferirà il vino da un contenitore all’altro evitando di trasferire le parti solide e le fecce. Il vino appena svinato viene comunemente chiamato "vino nuovo".


Le vinacce rimanenti vengono pressate, utilizzando un torchio, per ricavare il vino di pressa che può essere unito, previa filtratura, al vino nuovo.

Se si effettua una ulteriore pressatura, o in generale una pressatura troppo spinta, si ottiene un vino detto “torchiato” che ha caratteristiche di bassa qualità e che per questo motivo viene scartato e utilizzato solitamente nelle distillerie per la produzione di grappa.


Effettuando queste operazioni di travaso una parte di anidride solforosa presente nel mosto/vino verrà dispersa nell’aria aumentando il rischio di degradazione e di ossidazione del vino, per questo motivo è consigliabile reintegrare una piccola quantità di anidride solforosa al termine della svinatura. Questo può essere fatto aggiungendo da 4 a 6 grammi di metabisolfito di potassio ogni 100 litri di vino.


Travaso Vino e Maturazione

A questo punto il vino andrà sigillato nella sua damigiana o nella sua botte per la fase di maturazione e dovranno essere minimi i tempi di contatto con l’aria, per evitare che l’eccessiva esposizione all’ossigeno possa rovinarlo. L'ossigeno in quantità elevate è infatti nemico del vino, per questo motivo va mantenuta al minimo indispensabile anche la quantità di aria presente nel contenitore utilizzato per la maturazione (operazione che viene definita "colmatura").


Durante la maturazione il vino continuerà ad evolvere consumando i residui di ossigeno presenti nel contenitore e a rilasciare depositi sedimentari, che andranno rimossi effettuando dei travasi periodici senza pescare dal fondo per evitare di travasare anche i depositi presenti.

Per ridurre i tempi di contatto con l’aria è consigliabile l’utilizzo di una pompa da travaso. Ogni travaso consente di ottenere un vino più stabile e più limpido quindi, a seconda del tipo di vino e del suo consumo, questa operazione andrà eseguita periodicamente durante la maturazione e prima dell'imbottigliamento.


In questo modo si eviterà che le sostanze contenute nei residui possano interferire con il corretto percorso di maturazione, generando difetti e caratteristiche indesiderate.

Durante ogni travaso è possibile effettuare un assaggio, per verificare lo stato di maturazione del vino e decidere quando è arrivato il momento giusto per l’imbottigliamento.

Imbottigliare il Vino

Alcune tradizioni popolari consigliano di seguire le fasi lunari per individuare il momento giusto per l’imbottigliamento, in realtà però non esiste alcuna prova scientifica a supporto di queste credenze.

I periodi generalmente più adatti per imbottigliare il vino vanno da marzo a settembre. Durante l’inverno che segue la vendemmia avvengono la maggior parte dei depositi sedimentari che caratterizzano la fase di maturazione, quindi marzo è di solito il primo mese adatto per imbottigliare un vino “limpido”.

Ricorda di utilizzare bottiglie scure per proteggere il colore dei vini rossi e assicurati di riempire completamente le bottiglie per ridurre al minimo la presenza di ossigeno.


Lavare accuratamente le bottiglie e farle asciugare completamente prima di travasarvi il vino. E’ possibile utilizzare un avvinatore per la corretta pulizia e sterilizzazione delle bottiglie.


Per il travaso in bottiglia infine è possibile utilizzare una riempitrice o imbottigliatrice per vino. Questi strumenti di solito contengono sistemi di depressione che servono a salvaguardare le qualità del vino da travasare.


Infine per la chiusura delle bottiglie è possibile utilizzare una Macchina tappatrice per bottiglie.


I tappi che attualmente si possono trovare in commercio sono generalmente già trattati e quindi pronti ad essere utilizzati, in caso contrario è opportuno sottoporli a un lavaggio in soluzione di acqua e anidride solforosa, per poi lasciarli asciugare.


Come conservare il vino

Le tue bottiglie di vino andranno conservate nel migliore dei modi. Per questo motivo scegli sempre un ambiente ventilato e con temperatura compresa in un range tra gli 11°C e i 14°C. Questo servirà a ridurre il rischio di eccessiva umidità o piuttosto di secchezza dell’aria, che possono favorire l’insorgere di agenti patogeni o l’ingresso di aria nella bottiglia.

Tieni sempre sotto controllo quindi temperatura e umidità:


Evita di tenere le bottiglie di vino in un ambiente in cui sono presenti odori intensi, o peggio, prodotti sintetici, gli odori infatti penetrano nel vino attraverso il tappo e possono rovinare il tuo vino. Tieni le bottiglie in un ambiente al buio oppure coprile, per evitare che possano essere esposte alla luce.

E’ altamente sconsigliato, per i motivi appena indicati, utilizzare il garage o la cucina poiché sono proprio questi i luoghi meno raccomandabili per questo scopo!

Ricorda di conservare le bottiglie di vino inclinate su un lato e con il collo verso l'alto quanto basta per permettere al vino di toccare il sughero. In questo modo il tappo resterà umido ed elastico e la bottiglia rimarrà sempre chiusa e sigillata. Puoi utilizzare per questo scopo una cantinetta portabottiglie per vino.


E dopo la conservazione? Naturalmente arriva la parte migliore: l'assaggio! Ma questa è un'altra storia...


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